La Giara
L'altipiano della Giara
La Giara di Tuili
L'altipiano della Giara
La Giara è un altopiano di pietra e di sughere, che si erge tra le colline arrotondate e i paesini della Marmilla, con il suo carico prezioso di cavallini dagli occhi a mandorla, di stagni, di fossili viventi, di testimonianze preistoriche. Il tavolato di pietra occupa una superficie di circa 44 kmq e visto da lontano appare come un grande trapezio azzurrognolo che si estende per oltre 12 km. Il suo territorio è diviso dai confini di quattro comuni, Tuili, Gesturi, Setzu e Genoni. Viene erroneamente chiamata “giara di Gesturi” perché il comune di Gesturi possiede il territorio più vasto ma il nome originario è “ sa Giara manna (grande)”. Si pensa che l’etimologia del termine "Giara" derivi dalla parola latina glarea ossia ghiaia, a causa dell’abbondanza di materiale lapideo di varia dimensione che si trova negli altipiani. Infatti, col termine Giara, sono indicati gli altopiani basaltici della Sardegna centro meridionale. La Giara di Tuili, Gesturi, Setzu e Genoni è l’altopiano più esteso dei tre presenti in Marmilla e Sarcidano. La formazione della giara risale al terziario, con la deposizione di colate laviche (pliocene) su un sedimento sottostante di marme calcaree (miocene) che si presume fuoriuscirono da un cono vulcanico fortemente appiattito, individuabile nel “monte Zepparedda” ( 609 m), localizzato nel territorio di Tuili, che sovrasta un vasto territorio circostante lievemente declive, racchiuso in una densa sughereta.
Sempre all' età pliocenica ( 2,76 milioni di anni ) è stato fatto risalire il centro di emissione di Zeppara Manna ( 580 m ) da cui fuoriuscirono le lave che hanno prodotto una struttura tronco conica più evidente e pronunciata rispetto a Zepparedda.
Oltre alle piante tipiche degli ambienti mediterranei, sull’altopiano è presente un’elevata distribuzione di specie. La vegetazione è ripartita soprattutto in formazioni boschive e macchia mediterranea, il resto della superficie è investito da garighe, praterie e vegetazione dei Paulis (stagni).
Le condizioni ambientali dell’altopiano nonché gli interventi dell’uomo (attività pastorale, estrazione del sughero) hanno plasmato questo particolare ecosistema.
Sono presenti splendide orchidee: le più comuni Orchis Laxiflora e Serapia ligula si rinvengono prevalentemente nelle zone umide nelle immediate vicinanze dei Pauli (paludi), le più appariscenti sono alcune specie del genere Orphys.
In un’area di circa 2 ettari, situata territorio di Tuili, è presente il giardino botanico "Morisia", realizzato dalla cooperativa Sa Jara Manna, che racchiude un campione rappresentativo delle specie più importanti presenti sull'altopiano, dislocate in 22 aiuole ciascuna contenente una famiglia botanica.
Gli specchi d'acqua dei Paulis stagionalmente si ricoprono di piante acquatiche, formando quasi una sorta di tappeto vegetale sospeso sull'acqua. Le praterie acquatiche dei Paulis, di particolare rilevanza paesaggistica, sono presenti in tutto il tavolato, se ne contano una trentina e si concentrano in numero maggiore nei pressi dei rilievi di Zeppara e Zepparedda. Is paulis si differenziano per estensione e profondità ed occupano una superficie totale di circa 120 ettari e hanno una profondità che varia da un minimo di 50 cm per arrivare ad un massimo di 130 cm nel "Pauli majore Tuili". La forte escursione termica tra il periodo invernale e quello estivo, influenza in maniera radicale il loro aspetto e di conseguenza anche comunità biotica che ospitano. Ai periodi di inondazione (ottobre/novembre – maggio/ giugno) si alternano quelli di siccità (giugno- ottobre) durante i quali, il livello dell’acqua delle paludi si riduce (sino al completo prosciugamento) a causa dell’ evaporazione, lasciando spazio a fondali molto pietrosi "Pauli pedrosu" o ad altri di tipo limaccioso "Pauli majori Tuili". Tra le meraviglie della giara un posto d’onore spetta ai famosi Cavallini. Alto circa 120 cm al garrese, per un peso di 70-80 kg, il tipico "Cuaddeddu de sa jara” si caratterizza per aver una testa piuttosto grossa, occhi a mandorla, orecchie piccole e mobilissime, fronte larga e piana, profilo rettilineo, collo leggermente arcuato, groppa obliqua, ventre grosso a botte, coda lunghissima e criniera lunga ricadente sui lati.
Alcune testimonianze parlano di esemplari alti circa 90 cm dal temperamento vivace e dal carattere ribelle denominati musca pia.
La loro vita (30 anni circa), è articolata in branchi generalmente composti da circa 20 capi (femmine e puledri) e dominati da un unico gelosissimo stallone la cui vita è scandita dai ripetuti scontri con gli altri maschi, non dominanti, in difesa del proprio Harem.
Dotati di una forte resistenza, riconoscibili per il carattere schivo e diffidente, la loro doma risulta difficile e mai completa.
Il loro mantello baio, morello e sauro assume caratteristiche diverse a seconda delle stagioni, infatti risulta abbondante in inverno a protezione dal freddo e dalle intemperie e liscio lucido nel periodo estivo.
Alcuni studiosi ritengono che i cavallini della giara discendano da una razza di pony presente in alcune isole greche e che furono introdotti durante gli scambi commerciali. Secondo altri invece la loro origine potrebbe derivare dai cavallini della Numibia, importati in Sardegna dai fenici.
Diffuso sino al tardo medio-evo in quasi tutta l’isola, attualmente si trova esclusivamente sull’altopiano della Giara che con il suo ambiente ostile e isolato ha contribuito in maniera decisiva al processo che ha portato alle odierne caratteristiche morfologiche e comportamentali.
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